Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 36

a
ttualità
e
lettrotecnica - novembre
2011
- numero
9
1
La pagina dell’Unae
Impianto di terra?
Sì, grazie
A
bbiamo già avuto modo di vedere che la protezione contro i
contatti indiretti può essere ottenuta:
• impedendo che la corrente passi attraverso il corpo;
• limitando la corrente che può attraversare il corpo ad un valore infe-
riore a quello patofisiologicamente pericoloso;
• interrompendo automaticamente il circuito in un tempo determinato
al verificarsi di un guasto suscettibile di provocare attraverso il cor-
po, in contatto con le masse, una corrente pericolosa per il corpo
umano.
Nel caso della protezione mediante interruzione automatica dell’ali-
mentazione, il dispositivo di protezione deve essere in grado di inter-
rompere automaticamente l’alimentazione del circuito o del componen-
te elettrico “in modo che, in caso di guasto […] tra una parte attiva ed
una massa o un conduttore di protezione,
non possa persistere […] una tensione di
contatto presunta superiore alla tensione
di contatto limite convenzionale”. Per fare
questo è necessario che “tutte le masse
protette contro i contatti indiretti dallo
stesso dispositivo di protezione devono
essere collegate allo stesso impianto di
terra”. In particolare (Sistema TT), è ne-
cessario utilizzare dispositivi di protezio-
ne a corrente differenziale in grado di ri-
spettare la condizione:
R E · I dn
U L
dove:
R E è la resistenza del dispersore in ohm;
I dn è la corrente nominale differenziale in
ampere;
U L è la tensione di contatto limite conven-
zionale (in genere 50 V).
Dopo aver parlato degli interruttori diffe-
renziali, quest’oggi ci soffermiamo sulle
caratteristiche dell’impianto di terra. Per
farlo prendiamo spunto dalla Figura 12
pubblicata nella Guida Cei 64-50:
Anzitutto, occorre calcolare il valore della
resistenza del dispersore, che dipende
dalle dimensioni del dispersore e dalla
resistività del suolo (
m). La Guida Cei
64-50 fornisce i valori tipici della resisten-
za di terra dei dispersori a picchetto, tubi
metallici, camice, pozzi al variare della
resistività (Tabella 4) e fornisce le dimen-
sioni minime che devono avere i disper-
sori (Tabella 5).
Una volta scelti ed installati, i dispersori
devono essere collegati al collettore o no-
do principale di terra tramite un condutto-
re di terra, la cui sezione minima è 16
mm
2
se protetti contro la corrosione, ma
non meccanicamente e 25 mm
2
in rame o
50 mm
2
in ferro zincato se non protetti
contro la corrosione. Particolare attenzio-
ne deve essere posta nei confronti delle giunzioni e connessioni degli
elementi del dispersore e conduttore di terra. A tal fine, la Guida con-
siglia che “nella scelta dei morsetti è opportuno dare la preferenza ai
tipi che non impongono il taglio del conduttore principale e che per-
mettono di collegare conduttori di sezioni diverse” e ricorda che “le
giunzioni non devono creare coppie elettrolitiche”.
Al collettore sono collegati tutti i conduttori di protezione (guaina gial-
lo-verde), la cui sezione deve essere uguale a quella del conduttore
attivo (fino a 16 mm
2
) ovvero con un minimo di 16 mm
2
per sezioni del
conduttore di fase superiore. Nei sistemi TT, la sezione dei conduttori
di protezione può essere limitata a:
25 mm², se in rame;
35 mm², se in alluminio
Qualora il conduttore di protezione non fa parte della conduttura di ali-
mentazione, comunque, la sezione mini-
ma dove essere almeno:
2,5 mm
2
rame o 16 mm
2
alluminio
se è prevista una protezione meccanica;
4 mm
2
rame o 16 mm
2
alluminio
se non è prevista una protezione mecca-
nica
Per quanto riguarda i conduttori equipo-
tenziali principali, la Norma Cei 64-8 pre-
scrive che la loro sezione minima non sia
inferiore a:
6 mm
2
in rame;
16 mm
2
in alluminio;
50 mm
2
in acciaio.
La stessa prescrizione si applica al con-
duttore equipotenziale supplementare che
connette una massa ad una massa estra-
nea; diversamente, se il conduttore equi-
potenziale supplementare collega due
masse deve avere una sezione non inferio-
re a quella del più piccolo conduttore di
protezione collegato a queste masse. Al-
l’impianto di terra, infine, può essere colle-
gato un impianto di protezione contro i ful-
mini. La progettazione di questi impianti
“richiede l’acquisizione di una serie di dati
da richiedere al committente, al progettista
della struttura edile, al progettista antin-
cendio, ai progettisti degli altri impianti tec-
nologici”. In particolare, come ricorda an-
cora la Guida Cei 64-50 “il progettista per
verificare se l’edificio richiede l’installazio-
ne di un impianto esterno per la protezione
contro i fulmini o un sistema interno per la
protezione dalle sovratensioni […]”.
“La protezione delle strutture contro i fulmi-
ni non rientra nel campo di applicazione
della Norma CEI 64-8 bensì della serie di
Norme CEI EN 62305 (Serie CEI 81-10) del
CT 81”.
a cura di Antonello Greco, Direttore
del Notiziario
AIEL IRPAIES
Figura 1: Schema di impianto di terra.
1...,26,27,28,29,30,31,32,33,34,35 37,38,39,40,41,42,43,44,45,46,...52
Powered by FlippingBook