Attualità Elettrotecnica, il mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori. - page 16

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l cavo, quale elemento passivo dell’im-
pianto, è ancora visto troppo spesso co-
me secondario rispetto agli apparati. In-
fatti anche i moderni standard di trasmis-
sione (ad es. HDCVI, AHD, HDTVI), sono
stati sviluppati dalle principali aziende
produttrici di apparati come tentativi di
consentire l’upgrade dei sistemi analogici
senza la necessità di sostituire i cavi, ov-
vero per consentire l’utilizzo delle nuove
telecamere ad alta definizione con appo-
siti protocolli in grado di essere trasmessi
su cavi coassiali, riutilizzando i cavi posa-
ti per i vecchi sistemi analogici, e promet-
tendo grandi risultati anche con cavi di
scarsa qualità.
Ciononostante ci si è presto accorti che i
vecchi impianti, generalmente posati con
cavi su standard RG59 o similari, compor-
tano un degradamento del segnale che di-
mezza le distanze utili di esercizio delle te-
lecamere rispetto a quelle ipotizzate.
Questo perché la continua evoluzione de-
gli strumenti e degli standard video, con
qualità e definizioni sempre maggiori, han-
no reso necessario anche lo sviluppo di
cavi egualmente performanti. Ciò ha por-
tato alla nascita ed alla continua imple-
mentazione della nostra serie
VS / VSHD
,
studiata appositamente per supportare i
sistemi più avanzati di ripresa e trasmissio-
ne sia analogica che digitale (o ibrida),
con alti standard in termini di performance
e qualsiasi sia il protocollo o la risoluzione
d’immagine utilizzati (HD-SDI, HDCVI,
AHD, HDTVI; 720p, 1080p, 4K).
Differenze e caratteristiche
dei cavi per Videosorveglianza
Per fare un esempio, tutti i cavi forniti da Ca-
vel, siano essi di rete, coassiali o a fibra ot-
tica, sono anche disponibili in formato com-
posito, ovvero forniti di cavi di alimentazio-
ne di diverse sezioni, che rendono possibi-
le l’installazione con un’unica posa. La più
ampia articolazione è rappresentata da
quelli coassiali, i più versatili per andare in-
contro alla variegata tipologia delle installa-
zioni, senza la necessità di dedicare parec-
a
ttualità
e
lettrotecnica - novembre/dicembre
2017
- numero
9
chie risorse finanziarie agli apparati:
• in primo luogo, in tutti quei contesti nei
quali vi sia l’esigenza di sicurezza attiva,
e quindi sia necessario azzerare i tempi di
latenza e/o rendere immediata la gestione
dei controlli PTZ sulle telecamere;
• inoltre, quando le distanze punto-punto da
dover raggiungere siano notevoli; questo
perché le distanze su cavo coassiale sono
ancora ineguagliabili (ad es. aeroporti, sta-
zioni, metropolitane, ospedali; impianti in-
dustriali, centri commerciali ecc.).
Per dare un’idea, basti pensare che il più
piccolo della famiglia, il così detto microco-
assiale VSHD40, con un diametro di poco
maggiore ai 3 mm, arriva ad esempio ad
una distanza di 300 metri con i moderni
standard HDCVI, che diventano maggiori
di 400 m in analogico puro. Detto ciò, rico-
noscendo gli indubbi vantaggi delle mo-
derne tecnologie che viaggiano sulla rete,
che consentono impianti interattivi e flessi-
bili, abbiamo sviluppato anche il VS540,
per consentire la videosorveglianza su ca-
vo LAN e permettere il pieno sfruttamento
anche in questo ambito della tecnologia
digitale su IP. Anche su questo prodotto: le
guaine sono integralmente in LSZH, adatte
ad installazioni eterogenee (indoor, outdo-
or, interramento, luoghi pubblici ecc); é di-
sponibile anche in versione composita con
cavi di alimentazione (anche loro con guai-
na d’isolamento in LSZH) qualora l’assor-
bimento degli apparati sia superiore allo
standard
PoE
(Power over Ethernet). Ri-
cordiamo che i cavi coassiali della serie
VSHD sono i migliori mezzi di trasmissione
di Alberto Scardovi* responsabile di laboratorio
e qualità, Cavel Italiana Conduttori
videosorveglianza,
il cavo ottimale
Ecco una breve sintesi dei criteri
di scelta e d’uso dei cavi per il
settore della Videosorveglianza
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